
Un nuovo approccio al passaggio generazionale
di Alberto Bernard, Partner yourHR
I dati lasciano poco spazio ai dubbi. Ogni anno in Italia sono interessate al passaggio generazionale oltre 33.700 imprese familiari. Di queste, il 49% – circa 16.500 – non arrivano alla generazione successiva, con un danno stimato di 25 Mld. Lo evidenzia il Centro di Ricerca sulle Imprese di Famiglia dell’Università Cattolica nello studio del 2017.
Le imprese che superano con successo la fase delicata del passaggio generazionale sono quelle che l’hanno preparata con largo anticipo, evitando di mettere in crisi la continuità aziendale.
Ma cosa si intende per passaggio generazionale?
Si tratta del trasferimento in toto o in parte rilevante della proprietà degli asset aziendali, tangibili e intangibili e delle responsabilità gestionali ad uno o più componenti delle generazioni successive, appartenenti alla famiglia del nucleo imprenditoriale attuale.
Il passaggio generazionale è un processo di lunga durata – la media europea è pari a 8 anni – che coinvolge in molti casi gli assetti familiari e l’intera organizzazione aziendale. Non affrontarlo per tempo e con gli strumenti adatti può mettere in serio pericolo la continuità dell’impresa.
Cosa devono fare le imprese e chi le guida per prepararsi adeguatamente al passaggio generazionale?
Importanti contributi arrivano dalle Università: gli studi condotti negli ultimi 8 anni dal Centro di Ricerca sulle Imprese di Famiglia della Cattolica; la “Guida per i passaggi generazionali: condizioni di successo, errori da evitare e case history” redatta nel 2016 dalla cattedra AldAF-EY dell’Università Bocconi, in collaborazione con Assolombarda.
In molti casi, data la complessità del processo, l’imprenditore si rivolge a professionisti di sua fiducia esterni all’Azienda.
In quest’ottica, un interessante elemento di novità nel mondo dell’advisory è rappresentato dal modello di YourGroup. Il modello nasce dall’esperienza di manager con oltre vent’anni di carriera in Azienda, che conoscono difficoltà e rischi del passaggio generazionale e si distingue per la messa in campo di un mix di competenze trasversali critiche per la gestione dell’intero processo. Il modello privilegia infatti un approccio integrato diversamente da altri che affrontano il passaggio generazionale da un’angolatura specialistica ad es. come accade quando il focus è sulla sola gestione del patrimonio e degli asset, oppure sugli aspetti legali o sul solo aspetto fiscale.
Il modello si compone di due fasi (figura 1)
La Fase 1 si sostanza in un “Quick Assessment” che utilizzando uno strumento sviluppato dal Team di YourGroup consente all’imprenditore di avere in brevissimo tempo una fotografia della situazione aziendale con particolare riguardo a due dimensioni critiche: la prontezza dell’organizzazione ad intraprendere e recepire il passaggio generazionale e la complessità nel realizzare l’intervento.
La Fase 2 si sostanzia in un “Piano di Intervento” di tipo modulare, gestito dal Team con modalità di progetto e tempistiche definite, articolato in work streams specifici e finalizzato a preparare il passaggio generazionale in linea con le priorità del committente.
Al Piano di Intervento segue la fase realizzativa, dal cui successo dipende la protezione del patrimonio e la continuità aziendale.
(Figura 1)
Il tool sviluppato per realizzare il Quick Assessment (figura 2) consente di posizionare la situazione del cliente secondo due assi: complessità dell’intervento e prontezza dell’azienda ad intraprendere il passaggio (readiness)
(Figura 2)
La posizione su ogni singolo asse viene definita sulla base del punteggio ottenuto rispondendo ad uno specifico questionario, articolato in una serie di dimensioni, rilevanti per la valutazione di Prontezza e Complessità.
La Prontezza viene valutata in relazione a 7 fattori di rischio, attraverso 40 quesiti/condizioni afferenti:
- Il Successore
- Il Cedente
- La Famiglia Imprenditoriale
- La Sostenibilità del business
- L’ Adeguatezza organizzativa
- I Collaboratori
- I Clienti
La complessità viene valutata in relazione a 5 aree di indagine:
- Le resistenze al cambiamento
- Il livello e la completezza delle informazioni condivise tra i principali attori
- Le incertezze sugli esiti delle azioni poste in essere dagli attori del passaggio generazionale
- La mancanza di esperienze specifiche in materia di passaggio generazionale da parte del cedente o altro membro della famiglia
- L’articolazione del business e dell’organizzazione dell’impresa
La posizione di un’organizzazione nella situazione precedente il passaggio generazionale sulla matrice Prontezza-Complessità fornisce importanti indicazioni sulla direzione da intraprendere.
Il primo scenario tipico è quello si contraddistingue per un basso livello di prontezza (quadrante in basso a sinistra) Si stima che siano sufficienti poche e mirate azioni di miglioramento per raggiungere adeguato livello di prontezza e poter definire un piano operativo del passaggio generazionale da avviare in ogni momento e di durata breve (3-6 mesi; quadrante in basso a destra).
Il secondo percorso tipico è quello che muove da un basso livello di prontezza ma che data l’elevata complessità della situazione di partenza (quadrante in alto a sinistra) richiede un’analisi approfondita ed una pianificazione di più lungo termine per portare la prontezza ad un livello adeguato (quadrante in alto a destra).
Il caso più critico è quello di un incremento significativo di complessità, da una situazione poco ad una molto complessa. La transizione può avvenire per fattori interni o esogeni all’organizzazione ed in qualunque momento del processo di miglioramento del grado di prontezza. Il risultato è quello di un percorso che tende ad azzerare gli eventuali progressi relativamente ai gradi di prontezza. In questo caso, il suggerimento è di ri-approcciare il percorso con gli strumenti del quadrante.
Oltre al posizionamento sull’asse di Readiness della matrice Complessità-Prontezza, il questionario fornisce come output il valore medio ottenuto per ognuno dei fattori di rischio. Questo permette di evidenziare in modo immediato i fattori di rischio maggiormente critici, quelli che in una successiva fase di approfondimento possono rappresentare le aree prioritarie di intervento.
Il Quick Assessment, intervento concepito per essere smart, si avvale di uno tool estremamente agile. Muove da un’intervista dell’assessor all’imprenditore sulla dimensione della prontezza. Prosegue con la rilevazione della complessità fatta dall’assessor sulla base delle informazioni acquisite nel corso della stessa intervista. Segue il posizionamento in matrice ed un report con suggerimenti sulle azioni da intraprendere.
Il Piano di Intervento Modulare si caratterizza per la multidisciplinarità dell’approccio e si focalizza su quattro aree di attività, critiche per la riuscita del processo
- Il Successore/i e la Gestione del Cambiamento
- L’ Organizzazione e le Persone
- La Gestione del Rischio
- Il Master Plan
Il work stream #1 si focalizza sul supporto all’individuazione del successore, sul suo piano di sviluppo, e sull’allineamento “strategico” con il cedente, in una dinamica di confronto continuo con la committenza. In quest’area si inserisce il piano di change il cui scopo è quello di delineare gli interventi sui principali stakeholders (componenti della famiglia, collaboratori chiave, clienti, fornitori, banche) per gestire efficacemente le loro reazioni prima, durante e dopo il passaggio del testimone.
Il work stream #2 si focalizza sul riesame dell’Organizzazione (struttura, processi, sistema di governance). Valuta l’adeguatezza delle risorse (non finanziarie) disponibili. Considera il livello di efficacia e di allineamento del management e suggerisce l’inserimento di figure esterne ove opportuno/ necessario.
Il work stream #3 si focalizza sulla due diligence degli asset aziendali e della redditività, nell’ottica del passaggio, e sull’individuazione dei principali rischi per l’operazione con indicazione delle possibili azioni di mitigazione. Assicura la compliance con norme e regolamenti.
Il work stream #4 si focalizza sulla gestione del progetto complessivo, sugli impatti riguardanti la continuità del business e sul coordinamento dei contributi esterni a YourGroup in materia legale, fiscale e societaria.
Il passaggio generazionale è un processo complesso, di lunga durata, che richiede forte motivazione e adeguata programmazione nel tempo. Dallo studio Cerif del 2018 condotto su un centinaio di imprese italiane emerge che il 75% degli imprenditori coinvolti considera il passaggio generazionale un evento difficile da gestire e si dichiara impreparato.
Uno scenario nuovo si sta affermando in relazione al passaggio generazionale ed è quello legato al fenomeno della digitalizzazione. Sempre secondo il Cerif, il 28% degli imprenditori senior coinvolti nello studio 2018, consapevoli dei propri limiti in materia, affidano al figlio l’implementazione della trasformazione digitale. Il 90% ammette la propria intenzione iniziale di non voler lasciare l’azienda in mano ai figli e di aver rivisto la propria posizione grazie all’impegno e responsabilità mostrati in relazione al tema digitale. In questi casi il trasferimento avviene in modo graduale e dunque più efficace, con assunzione di responsabilità del successore junior su un’area delimitata dell’azienda per poi vedersi assegnata la guida e la governance, una volta che si sia dimostrato all’altezza e meritevole di fiducia.
YourGroup è in grado di integrare il lavoro dei professionisti HR/CFO/CEO operativi nel modello sopradescritto con quello dei professionisti della verticale Digital. Il tal senso è in grado di affrontare in modo unico, sistemico e trasversale a tutta l’azienda, la delicata fase del passaggio generazionale, preparando adeguatamente l’imprenditore, il suo successore, e tutti gli stakeholders al cambiamento.
- Posted by yourhr
- On 28 Novembre 2019
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